Ddl Grillo, Ugl Salute e Università: “Con l’inasprimento della pena colmato un vuoto normativo”
Emergenza ancora in atto, Parlamento non perda tempo su prevenzione
“Accogliamo con viva soddisfazione la notizia che, durante la riunione di ieri sera, il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge sulle disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti delle professioni saluterie, nella versione originaria redatta dal ministro della Salute, Giulia Grillo”. Lo dichiarano il segretario nazionale Ugl Salute, Gianluca Giuliano e il coordinatore nazionale docenza e dirigenza Ugl Università, Raffaele Lanteri.
“Lo stralcio dell’articolo relativo all’inasprimento delle pene, da parte dello stesso esecutivo, – spiegano – rappresentava per noi una criticità importante in quanto, in quella forma, il provvedimento non poteva considerarsi un deterrente, considerato che la mancata certezza di un aumento della pena avrebbe mantenuto il clima di caccia alle streghe verso gli operatori saluteri, col rischio di vedere impuniti gli aggressori. Questa norma, connessa all’integrazione dell’articolo n° 9, comma n° 3, del decreto legge n° 14 del 20 febbraio 2017, con l’applicazione del Daspo urbano anche per chi commette reati in aree urbane su cui insistono presidi ospedalieri, prevista nel decreto sicurezza e immigrazione voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, rappresenta una chiara risposta dello Stato nell’ambito del contrasto al dilagante fenomeno delle violenze nei confronti di chi lavora in ospedale”.
“A questo punto, esprimendo un plauso per la determinazione del governo ed un grazie per aver accolto il nostro grido d’allarme al vice premier Salvini e al ministro Grillo, sollecitiamo al tempo stesso una rapida esecutività della norma con un breve passaggio alle Camere, perché l’emergenza ancora è in atto, visto che con cadenza quasi quotidiana la cronaca riporta episodi di maltrattamenti e danni a chi è chiamato a prestare cure e svolgere un servizio pubblico. Il nostro auspicio, infine, è che con questa fase legislativa non vengano spenti i riflettori sulla problematica, poiché c’è sempre la parte relativa ai sistemi di prevenzione che ancora risulta insufficiente e merita maggiore attenzione e risorse umane ed economiche, da parte dello Stato e delle Regioni”.