Mentre l’Italia prova lentamente a imboccare la strada verso la normalità nei Pronto Soccorso le condizioni di lavoro cui sono sottoposti gli operatori sanitari restano estremamente difficoltose. “Sono costantemente sotto pressione – dichiara Gianluca Giuliano, Segretario Nazionale della UGL Salute – come d’altronde lo erano già prima dell’esplosione della pandemia. Il rischio è che se non si interverrà rapidamente la situazione potrebbe diventare insostenibile”. Il sindacalista prosegue: “Oggi è la giornata Internazionale della Medicina di Emergenza e Urgenza e ci sembra obbligato puntare i fari sulla sua riforma e sul suo potenziamento. Mancano medici, infermieri, autisti soccorritori e le altre figure di operatori sanitari che servono a formare le equipe’ di primo intervento. Così a farne le spese sono i lavoratori, in numero insufficiente e con mezzi non adeguati, e di conseguenza i cittadini. Nel corso della pandemia i tempi di attesa nei Pronto Soccorso si sono ancora più dilatati e così oltre il 70% dei pazienti in attesa di ricovero ha dovuto attendere più di 6 ore prima di essere portato in reparto. Questo dato è lo specchio di quanto sta accadendo”. Giuliano dichiara ancora: “La riforma del SSN deve prevedere investimenti mirati per la medicina d’urgenza ed emergenza che consentano da un lato una massiccia campagna di assunzioni con le dovute garanzie contrattuali e l’adeguamento della parte economica alla media europea. Altro aspetto fondamentale sarà il riconoscimento professionale di una figura essenziale come quella dell’autista soccorritore. Bisognerà puntare il rinnovamento dei mezzi di soccorso, sulla sicurezza sul luogo di lavoro e sulla formazione, attraverso specifici corsi di aggiornamento omogenei sull’intero suolo nazionale. C’è da fare in fretta – conclude il Segretario della Ugl Salute – perché, i fatti lo dimostrano, l’Italia ha bisogno che la Medicina d’Urgenza ed Emergenza sia riformata e potenziata per essere pronta a rispondere ai bisogni dei cittadini”
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