Infermieri come riders, Giuliano (UGL): “Pratica assolutamente inaccettabile, un plauso all’ispettorato del lavoro”
In relazione a quanto riportato dalla stampa riguardo alle applicazioni illegali con cui venivano prenotate prestazioni e visite a domicilio di infermieri come fossero riders, si è espresso così Gianluca Giuliano, Segretario nazionale dell’UGL Salute: “Non c’è pace per gli operatori saluteri. Oltre ai problemi che da anni attanagliano la categoria e che ormai da tempo denunciamo, quali sono lo sblocco del turnover, le croniche carenze di personale, i turni massacranti, il rischio di essere aggrediti, ora dobbiamo anche prendere atto di questa degenerazione nelle forme di sfruttamento degli stessi”
“E’ assolutamente inaccettabile che degli infermieri qualificati e professionali vengano chiamati a svolgere le loro mansioni attraverso un’applicazione che li pone sullo stesso livello di un’altra categoria martoriata come sono i riders. Una deriva vergognosa che dovrebbe far aprire gli occhi a tutti sulle condizioni di lavoro che queste lavoratrici e questi lavoratori si trovano ad affrontare”
“Un plauso a quanto fatto dell’ispettorato del lavoro è doveroso. Grazie alle denunce arrivate è stato scoperto un ammanco di 2 milioni di euro nei contributi di questi lavoratori, aggregati da soggetti che non avevano alcun titolo per farlo e sfruttati, anche da strutture, in maniera indegna. Questo fenomeno, purtroppo, si aggiunge ad altre pratiche scorrette quali le partite IVA fittizie. Una situazione inaccettabile, contro la quale, come sindacato, ci troveremo sempre in prima linea a combattere”
“Quella venuta alla luce è solamente la punta dell’iceberg di un problema molto più esteso e radicato. Questi lavoratori a chiamata, precari estremi, non possono rifiutare alcun tipo di richiesta, non hanno tutele sindacali e sono messi in condizione di dover accettare qualsiasi richiesta. L’unica soluzione, lo ribadisco, è quella di sbloccare i concorsi, di tornare ad assumere personale regolarmente, restituendo dignità al lavoro di una categoria che è la base del nostro SSN”