“Abbiamo accolto con cauto ottimismo le parole e i proclami del nuovo Ministro Speranza sul futuro della Salute pubblica nel nostro Paese ma è già tempo, per noi, di iniziare a vigilare su quanto promesso a parole e su quanto invece emerga dai primissimi provvedimenti di questo nuovo esecutivo”. Lo dichiara, in una nota, il segretario nazionale UGL Salute, Gianluca Giuliano, commentando i primi dati relativi al Nadef 2019 e alle previsioni di spesa per la Salute pubblica previste nel provvedimento. “Le prime impressioni, come sottolineato anche dalle dichiarazioni di Nino Cartebellotta relativamente ai dati condivisi dal centro studi della Fondazione GIMBE sul Nadef 2019 non sembrano essere così incoraggianti. Non è prevista infatti una progressione lineare tra le risorse da destinare al comparto saluterio e quelle eventualmente disponibili in caso di una ripresa economica”
“In pratica, mentre a parole viene professata una rivoluzione nella gestione del comparto saluterio con nuovi investimenti e nuove risorse a disposizione, le prime misure sembrano andare nel verso di una gestione ordinaria in linea con quanto fatto fino ad oggi da tutti i precedenti governi. Il rischio, ancora una volta, è quello di trovarsi impossibilitati, a causa della mancanza di risorse, a compiere gli interventi necessari per rinforzare gli organici attraverso lo sblocco del turn over, avviando così una nuova stagione di assunzioni”
“Per questo, come Organizzazione Sindacale, inizieremo da subito la nostra attività di scrupolosa verifica di quanto realmente realizzato. Quello che ci sembra fondamentale – ha concluso il Segretario Nazionale Giuliano – è che la programmazione di oggi non può essere fatta senza tenere conto delle esigenze di domani. Il carico di lavoro previsto per il nostro SSN sarà notevolmente maggiore negli anni a venire e il rischio è quello di un collasso dell’intero sistema se non si ricorrerà ad una seria programmazione che preveda un maggior dispiego di risorse nell’immediato futuro. A nostro avviso la gestione ordinaria è un palliativo che ha poche pretese di rivelarsi risolutivo nel lungo termine”.
Roma 10 ottobre 2019